LA CONGIURA DEL VACHERO (1628)
….Il vero sconfitto è dunque Carlo Emanuele, e
Genova lo sente, e non manca di inorgoglirne. Ma lo sente anche il Duca,
che, fallita l'impresa "cavalleresca", il torneo delle spade, si volge
all'insidia, all'azione subdola: aggredisce cioè Genova alle spalle,
provocando ed alimentando ogni possibile congiura contro il governo oligarchico.
Prima è la congiura dei De Marini, Claudio fuoruscito genovese
ministro di Francia a Torino, già largamente compromesso per certe
manovre contro gli interessi della patria, che qui non possiamo rievocare
- e il fratello Vincenzo, che in città ha il compito molto delicato
di direttore delle poste, un servizio che sta organizzandosi in Europa
soprattutto per le intense relazioni diplomatiche dei governi: e, scoperto,
avrà mozzo il capo, mentre Claudio è salvato dalle potenze
amiche. Julii Caesaris Vacherii / perditissimi hominis / infamis memoria / qui cum in rempublicam conspirasset / obtruncato capite publicatis bonis / expulsis filiis dirutaque Domo / debitas poenas luit. MDCXXVIII (I discendenti del Vachero, onde occultare in parte la colonna infamante, fecero costrire nella piazzetta una fontana, tutt'ora visibile nella parte superiore della Via del Campo, lato monte.) |