ALDO AGOSTO

LA QUESTIONE DEL BALILLA ALLA LUCE DEI NUOVI DOCUMENTI

Estratto da: «ATTI DELLA SOCIETA' DI STORIA E PATRIA» Volume XIX  (XCIII) 1979

L'identità del ragazzo di Portoria appare ancor oggi un dato alquanto evanescente e incerto a causa della scarsità di documentazione determinante, anche se l'impegno dimostrato in tempi diversi da parte di seri studiosi e ricercatori ha contribuito a dare una impostazione più sistematica ed obiettiva a tale problema (1).
Ricorderemo pertanto come la polemica sul Ballila si sviluppò fin dal secolo scorso riguardo non solo al nome di Giovanni Battista Perasso che una tradizione orale radicatissima gli attribuiva, ma altresì in ordine al luogo della sua nascita, specialmente da quando, in prosieguo di tempo, sulla base di fedi di battesimo, ci si trovò di fronte a due soggetti rispondenti entrambi allo stesso nome, uno dei quali nato a Pralolongo di Montoggio l’8 aprile 1729 da Marco Antonio e da Geronima Perasso; l'altro nato a Genova nella parrocchia di S. Stefano il 26 ottobre 1735 di Antonio e da Maria Antonia Parodi (2).
E mentre la questione si trascinava spesso degenerando in senso alquanto fazioso con interpretazioni da parte autorevole, prevalendo ora in un senso e poi nell'altro
(3), vi fu persino chi invece, seriamente animato da eccessivo spirito critico, giunse a considerare il giovane protagonista di Portoria e il suo ben noto gesto, puri frutti dell'immaginazione popolare, nel momento di un'esaltazione particolarmente viva dei valori risorgimentali (4).
In tal modo il problema restava pressoché indefinito, in mezzo a fiumi d'inchiostro versati, talora forzando l'interpretazione storica, anche se in seguito l'ammissione del Ballila quale personaggio storico non veniva più obiettivamente posta in dubbio e l'identificazione con Giovanni Battista Perasso nativo di Genova — pur mancando dati certi — era divenuta col tempo ormai prevalente; e non solo per un certo numero di notizie d'archivio via via raccolte sulla persona di suo padre e di lui stesso da adulto
(5), ma anche per la maggior rispondenza alle circostanze ed ai fatti narrati dagli storici contemporanei e per la documentazione sincrona al fatto di Portoria del 5 dicembre 1746 (6).
Un gruppo di documenti dell'Archivio di Stato di Genova, da noi scoperti alcuni anni or sono (7), si riferiscono ad un processo per contrabbando di sale, svoltosi nel 1752 in Genova a carico di un Giovanni Battista Perasso, nativo ed abitante di Montoggio, venuto in città per vendere ciliege e funghi.
Ma costui, che fu condannato per tre libbre circa di sale sospetto alla dura pena di due anni di remo su una galea della Repubblica, come dice il dispositivo: in poenam annorum duorum remigii, ad remigandum super unam ex triremibus huius Serenissimae Reipublicae Genuae, catena pede vinctum, previa confiscatione salium
(8), appare chiaramente essere lo stesso soggetto montoggese della questione balilliana, personaggio del quale fino ad ora erano note solamente la fede di battesimo ed una sua pseudo dichiarazione autografa, poi riconosciuta unanimemente dalla critica come apocrifa (9).
I dati che emergono dalla lettura di questo processo, scrupolosamente trascritto « in tutto e in parte » dal Cancelliere dell'Ill.mo Ufficio del Sale di S. Giorgio, Mario Boero, nonché dalle ivi allegate suppliche presentate dal vecchio padre di questo Giovanni Battista Perasso alle competenti autorità per ottenere la grazia alla parte restante della pena inflitta al figlio, offrono preziosi elementi di valutazione storica e logica, che permettono in sede di esame elementare, il ridimensionamento di tutta la lunga questione, eliminando finalmente, a nostro avviso, per lo meno il contrasto sulla persona e sulla nascita del personaggio ed isolando in tal modo l'onere di una auspicata identificazione documentale, nei riguardi solo di colui che nacque e visse in Genova nel quartiere di Portoria, sempreché, ben inteso, la tradizione orale e testimoniale risulti esatta, come sembra, nell'attribuire al ragazzo detto Ballila il nome e il cognome di Giovanni Battista Perasso.
Ci limiteremo pertanto solamente a porre in evidenza alcuni particolari emergenti da tale procedimento penale.
Infatti, innanzitutto, questo Gio. Batta Perasso di Montoggio, arrestato in età di 23 anni alla porta dell'Arco, mentre stava per entrare in città unitamente ad un suo giovane garzone, risulta essere un semplice contadino, « uno zappatore di terre », com'egli stesso si definisce in sede di interrogatorio dinanzi agli inquirenti
(10), e che scendeva dal suo paese natale fino a Genova assai raramente (11). Anche il padre che si dichiara ottuagenario nelle suppliche per ottenere la grazia, risulta essere un contadino, senza mezzi di sussistenza, tolto il figlio posto in carcere (12). Ed in tali istanze, rivolte sia all'Illustrissimo Magistrato del Sale, sia ai Serenissimi Collegi, nell'intento di commuoverli esponendo la sua misera condizione, egli non fa cenno ad alcuna eventuale azione meritoria compiuta dal proprio figlio, che gli sarebbe stata certamente di aiuto alla causa perorata; ne l'imputato stesso nei verbali di interrogatorio cerca in qualche modo di farsi riconoscere per passati meriti acquisiti o degni comunque di una qualche benevolenza, ma, al contrario, tenta di districarsi, inventando testimonianze che sono immediatamente riconosciute false dai giudici (13).
Anzi, va aggiunto che questo Gio. Batta Perasso appare e risulta dagli atti del processo completamente sconosciuto agli stessi magistrati, i quali non esitano a procedere nei suoi confronti senza riguardo alcuno. Sconosciuto egualmente figurava ai « Birri » ed al « Barricello » della porta dell'Arco o di S. Stefano, contigua al rione di Portoria, ove sei anni prima era avvenuto il fatto del mortaio. E proprio allo scopo di una identificazione certa dell'imputato ed al controllo delle generalità da lui declinate, si acquisisce al procedimento, facendola pervenire dalla parrocchia di Montoggio, la sua fede di nascita
(14); si interrogano altresì alcuni testimoni chiamati a deporre da Montoggio, ivi compreso il suo padrino di battesimo. Costoro danno conferma sull'identità, il luogo di nascita e di abitazione dell'imputato colla propria famiglia, precisando inoltre di non conoscere altro Gio. Batta Perasso figlio di Marc'Antonio (15). Ancora sconosciuto oltreché già incensurato risultava costui dalle certificazioni penali negative rilasciate dall'Archivio e dallo « Scagno » Criminale di Genova dall'anno 1738 in poi (16), per le pratiche di scarcerazione, dopo aver ottenuto la grazia dopo aver scontato parte della pena inflittagli in applicazione delle severissime leggi genovesi allora vigenti sul contrabbando del sale (17).
Ci sia permesso ancora un elementare confronto cronologico tra i dati già noti alla critica, relativi ad Antonio e figlio Giovanni Battista Perasso di Montoggio, allo scopo di mostrare l'assoluta impossibilità di confusioni reciproche tra gli omonimi personaggi. Antonio Perasso q.m. G.B. tintore e abitante in Genova almeno fin dal 1730, sposatesi nel 1731, morirà all'età di 73 anni circa, nel 1777 come dice l'atto di morte
(18) e quindi, se nato nel 1704, nel 1753 all'epoca delle suppliche non aveva compiuti ancora 50 anni e non avrebbe potuto in nessun caso dichiararsi « ottuagenario », come risulta dalle suppliche di Marco Antonio Perasso, allegate al processo; ne tanto meno essere ques'ultimo a morire nel 1777, in Genova perché altrimenti avrebbe avuto addirittura 104 anni. E ancora il Giovanni Battista Perasso nato a Genova nel 1735, morirà all'età di soli 45 anni, come risulta dall'atto di morte nel 1781 (19) e non può essere confuso con quello di Montoggio nato nel 1729, poiché altrimenti alla sua morte avrebbe avuto almeno 52 anni.
Aggiungiamo ancora dall'esito di nostre ricerche personali, che l'unico Marco Antonio Perasso di cui si ha notizia dai censimenti e dai registri parrocchiali di S. Stefano in Genova risultava già morto nel 1743-44, padre di un Nicolo, impiegato presso le « Colonne » di S. Giorgio
(20) e che si mariterà prima nel 1754 e poi ancora nel 1763 in quella stessa parrocchia (21).
I dati esposti, relativi a questo Gio. Batta Perasso, che nel 1746 aveva 17 anni, contrastano dunque con ogni documento e narrazione degli avvenimenti di Portoria del 5 dicembre di quell'anno, i quali tutti invece concordemente attestano essere stati iniziati da un ragazzo poco più che decenne, dalla tradizione chiamato Ballila o altrimenti più volgarmente, come recitato dal poemetto maccheronico annum qui numerai decimum cognomino dictus I Mangiamerda fuit primus certammis auctor
(22).
Di quell'età infatti appare raffigurato il protagonista al centro della scena dell'insurrezione nel quadro dei coevo pittore Giuseppe Comotto
(23), e non un giovanotto con un coltello tra i denti, come sembrò agli studiosi dell'argomento (24).
Pertanto a questo punto si può dire di aver raggiunto una ulteriore conferma sulla « quasi certezza » espressa fin dal 1881 sulla questione dal chiarissimo Cornelio Desimoni
(25).

Note

1 - Per una bibliografia pressochè esauriente sull’argomento si veda in F.Ridella, Giambattista Perasso soprannominato Ballila . . . etc., 2 voll., Genova 1934, 2a ed., pp. XIX-XXV; nonchè in A.Ronco, Ballila e il suo tempo, Genova 1977, pp.253-256. Per l’atteggiamento quasi di. superiore distacco da parte degli storici genovesi sulla questione, si cfr. la bibliografia ragionata a cura di T.O.De Negri  in  V.Vitale, Breviario della storia di Genova, Genova 1955, II, pp. 155-67, ove si ripete e si riprende quanto aveva già detto in precedenza e specialmente in V.Vitale, L''insurrezione genovese del 1746 nella recente storiografia, Genova 1946, cap. XIV.

2 - Archivio Parrocchiale S. Giovanni Battista di Montoggio. Registro Battesimi, sotto l'anno 1729. Questa fede fu tra l’altro pubblicata anche in: La questione del Balilla, a cura di F. Poggi, in “ASLI”, LVII, 1930 (pagg.296-318), pag.301 e 302, nota 2; la stessa si trova pure trascritta a c. 12 del doc. oggetto della presente pubblicazione.
Archivio Parrocchiale  S. Stefano di Genova Registro Battesimi, 1735, al n° 732.   Nel 1865 sorse per la prima volta la questione del duplice G.B. Perasso e non nel 1881, come riportato da E. Pandiani, La cacciata degli austriaci da Genova nel 1746, Torino 1923, pag.87, nota 1 e quindi ripetuta dallo stesso alla voce “Balilla” in “Enc. Ital.” , vol.V; ma fu in quell’anno che scoppiò accesissima la polemica (si cfr. F.Ridella cit., p.III, cap. I, II, III, verbali delle Commissioni municipali chiamate a pronunciarsi in merito nel 1847, 1865, 1881).

3 - Specialmente nel piano della pubblicistica. Si cfr. a tal proposito il titolario della bibliografia in F. Ridella cit.; nonché la decisione della Commissione riunita nel 1927 presso la Soc. Ligure di Storia Patria ed i riff. alle precc. Commissioni municipali, in La questione .. . cit. Seguace della tesi montoggese appare U.Villa,  La guerra di Genova contro i Tedeschi, Genova 1926, anche se non sembra volerne trattare in sede critica.

4 - Principalmente F.Donaver, La leggenda di Ballila, in Uomini e Libri, Genova 1884 (e nota a p. 360 del vol. II nella sua Storia della Rep.ca di Genova, 1913) di A.Neri, Poesie storiche genovesi, in « ASLI », XIII, 1883; G.E.Parodi, Ballila fu Balilla?, in « Marzocco », 18.VIII.1907; nonché in un primo tempo E.Pandiani, La cacciata degli Austriaci, ecc., loc. cit..

5 - II Padiani finisce infatti per aderire alle conclusioni di F.Ridella cit., su ciò che atteneva alla questione di Balilla e più precisamente a quanto ebbe a dichiarare nel 1881 C. Desimoni sulla « quasi certezza » che G.B. Perasso di Antonio, nato in Genova fosse il famoso Ballila. (Cfr. E.Padiani, Ancora sull’insurrezione genovese del 1746 e sul Ballila, estr. dal « Giornale storico e lett. della Liguria », fase. II e III, 1934, pp. 24-35). A quanto ci risulta però, la contestazione sorta tra i sostenitori dei due omonimi Perasso, si limitava in effetti ai soli rispettivi dati di nascita, benché le uniche ulteriori notizie e qualifiche ricavate da documenti si riferissero chiaramente solo a quello che nacque nel 1735, in Genova. Su tali equivoci cfr. F.Ridella cit., p. 260).

6 - Per i docc. e narrazioni sincrone acquisite a testimoniare l'esistenza dell'ardito fanciullo e sui fatti di Portoria, si vedano le opere precedentemente citt., specialmente F.Ridella, U.Villa, E. Padiani, V.Vitale, nonché le precise note curate da F.Poggi, ne « La questione ... ». cit.

7 - A.S.G., Senato, Diversorum Collegi, n. 271, anno 1753/1. Fascicolo di mm. 295 x 210, composto di dieci fogli doppi ripiegati e cuciti insieme a quaderno, scritti e numerati a « carte » dall' 1 al 15, rimanenti fogli tutti bianchi, la prima carta è in bollo da soldi 2. Al fascicolo si trovano allegati quattro altri docc., dei quali due sono « suppliche » in bollo, rispettivamente rivolte all'Il.mo Ufficio del Sale e ai Ser.mi Collegi; un terzo pure in bollo recante certificazioni dell'Archivio e dello Scagno Criminale della Repubblica; il quarto è una ricevuta prestampata e compilata dell'avvenuto pagamento di diritti per voto rotale. I primi tre docc. misurano mm. 310x217, il quarto mm. 310x108. Sono presenti nel doc. fascicolato e negli altri quattro i tipici fori dell'«infilzatura» ed una piega longitudinale in uno assai logorata, eccetto l'ultimo. La scrittura del fascicolo è una cancelleresca del sec. XVIII eseguita da un'unica mano, eccetto la chiusa, autografa del Cancelliere. Diverse mani e con diverso grado di corsività si riconoscono nella scrittura degli altri docc. allegati. Questa documentazione è stata oggetto di una nostra comunicazione tenuta il 16 aprile 1977 presso la Società Ligure di Storia Patria. Siamo grati ad A. Ronco ciit., il quale a p. 244, e alla nota 8 nel far cenno questo nostro apporto doumentario, cortesemente ci sollecitava a pubblicarlo.

8 - Doc. cit. alla n. 7, c.14 v. I contrabbandieri venivano dalle severe leggi della Repubblica condannati alla catena, alla stregua di altri delinquenti galeotti, quali i criminali, i disertori e i turchi catturati dai corsari..

9 - Già nella terza seduta della Commissione Municipale del 1881, 21 luglio, l'avv. Cornelio Desimoni affermava: «che del G.B. Perasso di Marc'Antonio di Montoggio, non si conosce che il solo atto di nascita, mentre del G.B. Perasso di Antonio nato in Genova, si hanno notizie più diffuse, essendo noti gli atti di nascita, di matrimonio e di morte ...» (si cfr. i verbali rip. in La questione .. . cit., p. 312; F. Ridella cit., p. 302 e 315). Inoltre nella commissione dell'8 novembre 1927 tenutasi presso la Soc. Ligure di Storia Patria, l'arciprete di Montoggio, Rev. Rebora, dichiarava: «che nessun atto di matrimonio ne di morte dei fìgli di Antonio, padre di Giambattista Perasso, trovasi nell'Archivio di quella Parrocchia » (La questione .. . cit., p. 301). Si veda alla prossima nota 20 la correzione di quanto riporta a causa di una svista A. Ronco cit., p. 241, sulle date di morte dei due G.B. Perasso. 
Il presunto autografo autoapologetico, fu attribuito al Perasso di Montoggio nel 1847, quando ancora non era stata scoperta l'esistenza di quello genovese. La tesi della falsità era stata sostenuta fin dal 1881 dalla rivista popolare « O Balilla » (anno XIV, n. 79, 2 ott.). Sull'argomento si cfr.U.Villa cit., p. 67-69; La questione .. cit., p. 306-307 (al punto ' D ' della risposta inviata alle autorità dal Pres. della Soc. Ligure di Storia Patria, in data 10 novembre 1927); F. Ridella cit., p. 268-269; E. Pandiani, Ancora sull'insurrezione... cit., p. 29; ma altresì F. Donaver, La leggenda... cit., p. 53.

10 - Doc. cit. alla n. 7, c.7 v.: «Già ho detto che mi chiamo Gio. Batta Perasso di Antonio, sono della Villa di Montoggio e faccio il zappatore di terre, etc. ».

11 - Ibid., c. 6 v., come asserisce il giovane garzone, compagno dell'imputato «... viene di rado alla città e tante volte sta dei mesi... ».

12 - « Ill.mi Sig.i,      
Alli 15 del passato mese di luglio fu arrestato verso le Porte dell'Arco Gio. Batta Perazzo figlio di Antonio con tre libre di sale, che avea in un fazzoletto; alli 26 agosto successivo fu da V.V.S.S. Ill.me condannato deffinitivamente in due anni di galea dove fu condotto alli 28 dell'istesso mese. Si avicina il quarto mese che detto povero Perazzo soffre detta pena di galea, e intanto detto Antonio suo padre vecchio octuaginario resta in abbandono; et in estrema miseria per mancanza di detto suo figio, unico sostegno che sovenesse alle indigenze del medesimo e della sua numerosa famiglia. Pertanto, essendo detto suo padre in necessità di implorare la grazia del Ser.mo Principe, supplica umilmente le V.V.S.S. Ill.me a concedergli il placet  acciò possa fare i suoi ricorsi per grazia, tanto più che per essersi già messo in esecuzione con detta sentenza V.V.S.S. Ill.me in altri esempi hanno compartiti ad altri atti di simile clemenza per contrabando molto maggiori; il che sperando detto povero vecchio dalla somma bontà di V.V.S.S. Ser.me profondamente si inchina » (prima supplica presentata all'Ufficio del Sale il 12 dicembre 1752).

Ill.mi Sig.i 
Sotto li 15 del mese di luglio prossimo passato fu trattenuto verso le porte dell'Arco Gio. Batta Perrazo d'Antonio della Villa di Montoggio con tre libre di sale, che aveva in un fazzoletto e dal Magistrato Ill.mo del Sale fu per tale reato deffinitivamente sotto li 26 agosto prossimo passato condannato in due anni di gallea, ove fu condotto alli 28 del detto mese. Questo povero giovane, che appena avea compiti gli anni ventidue, restò indiffeso avanti i Magistrato Ill.mo e per un si leggiero reato sofrì il rigore che in quel tempo dal Magistrato Ill.mo si faceva spiccare per incuter timore. La povertà e l'estrema miseria di detto infelice miserabile contadino, ha contribuito al suo danno mentre se avesse avuto i mezzi da diffendersi, averebbe giustifiicato che il sale Eviza bianco trovato presso di lui era sale della stapola di Vareze, e che perciò trattandosi di s[ale] che passa da una stapola all'altra, non vi entrava pena di corpo, come ri[sul]ta ad evidenza dalla stessa qualità del sale Evizza bianco, di cui non [se] ne ritrova in nessuna stapola forestiera a risserva di quella di Varezze, sopra [di] cui come si è detto alla forma delle gride del predetto Ill.mo Magistrato non cade p[ena] di corpo. Ma giacché non ha potuto per la sua miseria produrre una ta[le di]ffesa, prende coraggio Antonio Perrazzo padre di detto condannato di ricorrere con [le] lacrime agli ochi a piedi di V.V.S.S. Ser.me umilmente supplicandole degnarsi graz[iare] detto Gio. Batta suo figlio del restante tempo di detta pena di gallea, considerando la parvità del delitto, consistente in tre libbre di sale, la qualità del sale, che è d'una stapola del Ser.mo Dominio, in cui non cade pena di corpo: La disgrazia di detto povero condannato di non aver avuto forma di diffendersi, e la pena già sofferta di molti mesi di galea considerando ancora il concorso del Magistrato Ill.mo del Sale, che con tutti li voti ha dato il placet per il ricorso di grazia forse mosso dalle raggioni di sopra allegate, e commiserando per fino il detto povero Antonio padre vecchio ottuagenario carico di famiglia, ridotto all'estrema indigenza per mancanza di detto suo figlio, che era l'unico sostegno della [sua] ettà cadente, e della sua famiglia mendica, spera dalla somma clemenza di V.V.S.S. Ser.me ottenere, e le fa profondissima riverenza. Di V.V. S.S. detto povero vecchio padre supplicante » (seconda supplica presentata ai Serenissimi Collegi il 20 febbraio 1753).

13 - Doc. cit. alla n. 7, c. 8,. 8 v.; c.10, 10 v.; c. 11, 11 v.

14 - Die 31 iulii predicti.
Recepta fuit fides predicta, quae est tenoris sequentis: Reperitur in libro baptizatorum eccclesiae parochialis Sancii loannis Baplistae Montobbii in omnibus ut infra, videlicet: « Anno Domini millesimo septingentesimo vigesìmo nono, die octava aprilis Io. Bapta hodie natus ex Marco Antonio Peratio et Maria Hyeronima coniugibus baptizatus fuit per me archipraesbyterum, levantibus Ioanne Baptista Rosatto et Bianca Maria filia Gottardi Peratii »: Ibid., e. 12.

15 -  A 26 luglio nella corte di Montoggio
E' comparso Antonio Maria Ballarino quondam Giacomo, quale toccate in forma le scritture, giura d'aver piena cognizione di Gio. Batta Perasso figlio di Marc'Antonio quondam Cottardo, et esser sua madre Geronima della villa di Pratolongo di padre e marito Perassa, et averne di tutti tre perfetta cognizione, e non esservi altro Gio. Batta Perasso di Marc'Antonio.
A 31 luglio.
Parimente Gio. Batta Rozatto quondam Tomaso le scritture in forma giura, atstetando aver perfetta cognizione di Gio. Batta Perasso figlio di Marc'Antonio e Geronima Perassa, sì di padre che di marito ambedue viventi, et abitanti nella villa di Sanguineto, et attesta non conoscere altro Gio. Batta Perasso di Marc'Antonio »: Ibid., e. 12 v.

16 - Carta bollata, allegata al fascicolo del procedimento. E' interessante a c.15 inoltre la descrizione delle sue caratteristiche personali all'atto di entrare sulla galea, il 22.8.1752 : «...di pelo castagno, di statura mediocre, senza segni apparenti...»

17 - Decisione dei Ser.mi Collegii a tergo della supplica relativa. E' interessante ed esemplare una grida a stampa degli « Offiziali del Sale e delle Compere di S. Giorgio della Serenissima Repubblica di Genova », pubblicata il 2 ottobre 1752 e sottoscritta dal medesimo cancelliere di S. Giorgio, contro i « Contrabbandieri e Fraudatori ». Si minacciano a carico di costoro pene di ogni genere « cioè Pecuniarie, di Esilio, Relegazione, Frusta, Berline Carcere, Galea e di Morte, oltre la confisca dei Sali, delle Bestie sopra quali fossero caricati, dell'abbruciamento de' Bastimenti e confìsca loro ... ». Si promettono consistenti ed allettanti premi agli « Intercettatori », fossero essi « Bargelli, Famegli e Guardiani », o qualsiasi altra .persona. (A.S.G,, San Giorgio, Cancellieri, Cancelliere Mario Boero, filza n. 968).

18 -  Atti trascritti, pubbl. e riprodotti fotograficamente in «Bollettino del Comit. Prov.le Op. Ballila» di Genova, suppl. al n. 7, del 1.4.1934, pp. 23 e segg.; F.Ridella cit., p. III cap. I, infra, e genealogia, p. 320.

19 -  Ibid. Cogliamo l'occasione per correggere un duplice errore di A.Ronco cit., p. 241, ove si attribuisce il giorno della morte del 30 settembre 1781 in S. Stefano di Genova a G.B. Perasso di Montoggio, data che si riferisce invece a quello genovese e per il quale viene indicato « 2 ottobre 1871 » in cui oltre un errore di stampa si da il giorno di sepoltura. Tuttavia la lettura per intero di questo atto di morte, chiarisce ogni equivoco: Die 2 Octobris / D. Jo. Bapta Perasso q.m Antonii, aetatis annorum 45, omnibus sacramenti munitus obijt die 30 p.p. Septembris in vico detto di Capriata, et sepultus fuit in hoc Ecclesia, associatis presbiteris 6 et parroco.

20 - A.S.G., Miscellanea del Senato, Stato delle anime della Parrocchia di S. Stefano, n. g. 1074/50, n. 1015.

21 - A.S.G., Ibid., Fedi di matrimonio, n.g. 1119 (1736-1745), «Perasso v. Nicolo q. MarcAntonio con la v. Geronima Morcia di Domenico, 11.8.1754 (S. Stefano); n.g. 1120 (1763-1767), « Perasso Nicolo q. MarcAntonio, con Mara Rosa Pasquina del Vecchio q. Francesco, 14.2.1763, S. Stefano.

22 - « Bellum Genuense », ims. della fine del sec. XVIII pubbl. da U.Villa cit., pp. 1-65, versi 122-123. Tale epiteto, secondo il comunissimo gergo popolare genovese ad onta del significato letterale, tende ad indicare un personaggio di molto bassa condizione, ovvero « un bambino, un piccolino, un buono a niente che pure seppe fare un miracolo » come disse E.Pandiani, Ancora... cit., p. 26 ed usato a nostro avviso dall'ignoto autore del poema maccheronico certamente più in dispregio dello straniero tracotante, che a detrimento de «singulari puer audacia».

23 - Come già da noi accennato nella comunicazione del 16 aprile 1977, presso la Soc. Ligure di Storia Patria e come pubblicato da A.Ronco cit., pp. 234-235. Sulla precedente erronea interpretazione si cfr. per tutti, V.Vitale, L'insurrezione genovese ... cit,, pp. 39 e 41.

24 - Ricordando il termine « Ballila », che compare citato per la prima volta in un verso del canto XX de Ra Gerusalemme deliverà, libera trad. dall'omonimo poema del Tasso, pubblicato nel 1755; nel 1838 in calce ad una incisione del pittore Emilio Busi (F.Ridella cit., pp. 238-39 e p. 243); quindi identificato con G.B. Perasso in «Omnibus, Almanacco Ligure pel 1846», n. 7, p. 11 e indice p. 439.

25 - Si cfr. alla prec. nota 5.

Si ringrazia l'autore, Dottor Aldo Agosto,  per la concessa autorizzazione alla pubblicazione.